Inspiro veleno ed aria dalla bocca - aria, aria livida - e la lingua amara lecca i denti che tremano dal dolore.
Graffia la gola; la graffia e l'accarezza insieme,
come unghie di nicotina nere come uncini nella pelle.
Vedo cedere cenere celere sull'asfalto, gemere di rosso vivo, quei sette centimetri della mia dolce lussuria.
Si riempiono i polmoni di dolorosa sazietà;
vedo sparire il cielo in nuvole di fumo della mia malinconia.
Non c'è più l'azzurro a coprire il cielo.
Solo uno spesso strato grigio di: decad(a)nza.
Mi sembra di vedere Milano nella tua descrizione. Milano, che ha perso parte della sua bellezza, correndo di quà e di là senza sosta, bruciando lentamente.
RispondiEliminaFrasi preferite:
"Respiro angeli di fumo"
"Vedo cedere cenere celere sull'asfalto, gemere di rosso vivo"
"decad(a)nza."
Quando leggo frasi così mi sembra di capire cosa si intende per scrittura creativa.
Proprio bravo Sario!
miri
eppure, io dico che quel rosso può danzare, sì, ma offuscarsi: no, certo che no! E te lo dico con un sorriso, perché un po' ti conosco e quel rosso, in tutto questo tempo, non è mai sbiadito!
RispondiElimina"Graffia la gola; la graffia e l'accarezza insieme"
...è tutto lì, nelle cose belle, come in quelle brutte ;)
Bravo Sario!