Altre Solitudini


La città è un cumulo di strade.
Ti incontro sempre negli angoli, nei luoghi che non appartengono a nessuno. 
Negli spazi tra due cose. Tra due frasi. 

Ti incontro qui. 

Tra un giorno che finisce e uno che inizia. Nelle porte socchiuse. Nell'acqua che resta in un bicchiere. Nei pugni chiusi. Nei titoli di coda.

Questa strada è la mia, quella lì in fondo è dove cammini tu. Ti vedo a testa bassa calcolare la distanza, un camminare muto. Siamo vie che si incrociano - schianti di passi. Cambio direzione, mi infilo nei vicoli. Mi piace perdermi e non ritrovarmi. Esplorare distratto i labirinti della città. Vie come righe di un libro, e allora i miei passi sono la punteggiatura, e i miei pensieri fissano le frasi. Traccio direzioni a caso, ma quando la mia strada si affaccia in un'altra, ho sempre il pensiero che tu possa essere lì. Dietro l'angolo. E allora torno indietro, nei posti che sono solo miei. Ho paura degli incroci, dove le cose si incontrano. Mi piacciono di più i rettilinei, le strade che non finiscono. O che curvano, dolcemente, su un lato. Placide mancanze. Ma senza unirsi a niente. Come le autostrade, che portano dritte ad altre città.

Altre solitudini.

Ti incontro qui.

Così, tra la mia e la tua. Nella buccia delle cose. In una candela che si spegne. In un ombrello che si chiude. Nell'ultima sillaba di una parola. Negli angoli delle case che non abbiamo girato.  
Nei pomeriggi non scritti.
Nelle frasi che non ci siamo detti, ma che sono noi.


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