Sesso, s,o,l,e,d,a,d. - 62

Ho paura anche a guardarti. Di guastarti la pelle con lo sguardo.
L'estate è esplosa fuori dalla nostra stanza e nelle nostre gole. Brucia il sole nella mia saliva, ecco perché cerco la tua.
Aspetta, non vedi che trema ogni cosa? I tuoi seni piccoli e le mie mani che navigano sul pavimento, come due ragni ciechi, incastrati nella ragnatela invisibile del pudore.
Mi sfilo i jeans, i progetti, le vecchie relazioni. Lascio scivolare tutto per terra, insieme alle magliette e ai diari aperti. Chiusi uno nell'altro, come me nelle tue braccia, ora. 
Siamo due libri letti una parola per volta, prima tu e poi io.
Un attimo, non voglio farti male. Non significa che dopo tutto questo non ti lascerò andare via. Potrai farlo, se vorrai. Non ho niente da prometterti, solo un mucchio di guai da condividere. Ti copriranno ogni angolo della tua vita, come volumi pesanti stesi intorno a te. Ti dirò la verità: sono corso qui, ora, perché non avevo nessun'altro. Sei il luogo in cui mi salverò, ce l'hai stretto tra le gambe, se non scapperai. Stendi le lenzuola su di te, io sarò qui oltre il tessuto. Si può far l'amore anche senza sfiorarsi, con le labbra come bicchieri che aspettano di essere riempiti - liquidi.
Ora ti giri e io sono sul pavimento. E' freddo, scomodo. Non so come hai fatto a restarci tu, prima. E ad avere il peso del mio corpo su di te. Stendo le braccia come se fossi in croce, mi metti la lingua nel palmo della mano, leggi tutti i miei destini possibili dentro: sono cose che succedono solo quando due esseri umani si avvicinano così tanto. Cosa leggi, cosa vedi? Riuscirò a liberarmi del panico, prima o poi?
Ora voglio essere la tua terra, i tuoi mattoni, l'asfalto: siediti qui, ad aspettare. Che ti capiti qualcosa di bello, mentre invano ci mangiamo a vicenda nei nostri egoismi. Rivestimi così da non avere freddo.
Proprio così, e da ora non riuscirò a parlare. Senza pelle tra di noi, non saprò mentire.
Se non ci fossi stata tu, oggi, non avrei vissuto. Sarei potuto rimanere a letto, nell'eterno contare i dubbi che si impilano come piatti sporchi, nella cucina della mia vita.
Quante volte non ho mangiato vite felici?
Ora non importa, mi allontani con una mano i capelli e anche i problemi. Mi baci la fronte, mi sento un bambino, l'uomo che è in me mi osserva in piedi vicino alla finestra, mi saluta e si butta giù. Ci siamo solo io e te, quelli veri, senza le maschere che abitiamo ogni giorno.
Adesso che ci sei, dopo che ho dovuto svoltare mille angoli, guardarti, e ritornare indietro a riprenderti, promettimi che non andrai via.
Sarà l'assenza di altre vite a legarci. Sei un passatempo, ma anche l'ordinarietà. Sei un gioco, e un lavoro. Sei tutto e sei niente fasciati insieme.
Ed è qui che ci fermiamo: per oggi può bastare.
Sudo e dal divano i miei fogli bianchi volano, proprio accanto a noi.
Leggili, e ti specchierai. Ti risucchierà l'inchiostro e saprò sempre dove trovarti.
Le parole non sono più cose che significano, ma forme da imitare.
S, o, l, e, d, a, d.
Ora che sveniamo insieme, svegliami tra qualche minuto.
Perché se arriva la notte, saremo due amanti nudi e dovremo ricominciare.

(grazie)


2 commenti:

  1. sospirano le pareti, respirano. Apritevi finestre che il buio è troppo intenso e il pavimento troppo freddo.
    E le mani si stagliano contro il sole, ma con lo sguardo si guarda oltre, per catturare ancora, quei fili di luce, che tutti insieme accecano, uno alla volta, illuminano la vita.

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  2. Non ho parole. credo non servano, bastano le tue. Perché sei ancora qui in questo blog e solo pochi possono immergersi nei tuoi flutti d'inchiostro? cavoli, questo post è STUPENDO!

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