I cancelli che abbiamo scavalcato










Ti dicevo che avrei dimenticato:


il suono degli oggetti quando li tocchi per caso

le voci degli altri aldilà del telefono

l'odore della stanza in cui ti eri rinchiusa

la lucentezza delle tue idee
che avrei voluto anticipare.

Eri per me un editto:
avrei voluto annunciarti
parola dopo parola;

avrei voluto spiegarti a te stessa
mentre affondavamo
e quella camera
si riempiva di un mare di niente
- immanente liturgia di ciò che rimane.

Ti dicevo che avrei dimenticato:

le nostre città lontane

le scorciatoie che ci univano

i cancelli che abbiamo scavalcato

le promesse che abbiamo mantenuto;

come vedi, ancora codardo rimango
ramingo, desolato
nella nostra vita subacquea
e ciò che ne rimane.

- Ti saluto, alla fine: 

scorreva tra di noi un'aria di sabbia
e tenevamo le palpebre serrate
le ginocchia strette
le bocche cucite
le voglie ammainate

e i cuori spaiati
per non far trapelare nulla

per dimenticare di dimenticarci.



[ Immagine di Andrea Ucini]



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