Le rimost(r)anze



Come trovarsi dove si posano gli aerei
Su quel selciato, l’attrito
 Le ruote che tengono su i corpi
Di quella manciata di persone
E i nostri occhi d’asfalto lì sotto, stesi,
a soppesare il dubbio
di venire schiacciati
da quella mole di vita,
tanta vita:

Quando mi hai chiesto se dissimili non siamo
Ho vacillato.

Solo dopo è arrivata quell’immagine
Disegnata
Come su di un vetro appannato;

di te che sei,
e io ti sto intorno
come le stelle quando è giorno
che non le vedi, ma si nascondono
dietro a un cielo scarico;

Un giorno - mi hai detto - andremo a vedere l’alba da Cais do Sodré
Con il ponte che taglia il sole
Saremo solo io e te e
Ancora un aereo che basso plana e che si porta via
Persone di cui ci importa
Come con la vita, la morte
Ma noi resteremo lì
A danzare come smemorati
Dimentichiamo per rimanere.

E ti guardo come si guardano
Le proprie foto all’indietro
E mi guardi come si guardano
Nelle mie rime nere
Il panorama di questa città
E riesci a scrutare le strade
Che ho attraversato
La Baixa, la conca del fiume
Oriente e l’infinito di un ponte
Jardim do Torel e la panchina in cui siamo stati soli
La Brasileira e Pessoa lì fermo ad osservarci
Sino dall’inizio e fino alla fine.

Se mi perdo so che sei guaina dei miei pensieri
Se ti perdi sai che guadi dentro i miei occhi gravi
Se insieme ci perdiamo allora ci basterà guardare su
Per ritrovare un aereo che volerà poco sopra
Questa città – rapace – e noi  - prede - a farci da dimora.

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