Lettere da Marte - 83


ti scrivo con le minuscole, che io cose grandi non so fare. ti scrivo in piccolo, tutto attaccato, vicino, ristretto, perché sono lontano. come tu sulla Terra e io su Marte. qui l'inchiostro non scorre che la gravità non c'è, allora sfugge alla penna e le parole si mescolano nell'aria.
ti scrivo quando ho già chiuso la busta, dentro un foglio bianco - scoperto di parole. non sono riuscito a metterci dentro niente, scusami. non sono riuscito a farmi parlare, a dire le cose, sono rimasto in silenzio, perché se non me lo chiedi tu, di dire me stesso, allora rimango senza voce. scusami se non l'ho fatto. manchi alle mie parole, manchi ai verbi (tenere, abbracciare, toccare, ma sopratutto toccare), manchi alle congiunzioni, a tutte le e che ci hanno unito, manchi agli avverbi (sempre, ancora, dove), manchi all'incavo del mio collo, guscio della tua testa, manchi alle mie spalle, adesso alla mia lingua, la tua mancanza passa da una parte all'altra del mio corpo come sangue che scorre. si infila dappertutto. ti scrivo e ritorno a certe panchine che abbiamo abitato, assieme ad alcuni libri che abbiamo letto, ai pigmenti di pelle che ci siamo scambiati - i tuoi sono ancora qua. ti scrivo e ora con la mente posso essere il me stesso del 15 del mese scorso, o poco prima, viaggiare nei me di ieri, cambiare le cose, scambiare le parole, allora ritorniamo vicini, da vicino io e te siamo simili. mi tocco dove vorrei le tue mani, adesso. ti bacio dove vorrei che lo facessi tu, e quando aprirai questa busta, e vedrai il silenzio: lasciami parlare. ascoltami lo stesso, anche se non sono riuscito. a respirare le mie parole, a fare l'amore. non voglio andare. ritaglia con le forbici la mia sagoma dal foglio, contorno buffo, mani troppo grandi, capelli spettinati, disegnami una bocca e senti. parole come singhiozzi. tienimi quando sarai senza di te persino tu.

ti scrivo a busta chiusa, codardo e maledetto. scrivo perché piango, non sono un vero uomo se lo faccio, ma io lo so già. che un uomo è ciò che più di diverso io potrei essere, ora. non so fare niente, da uomo. non so montare un mobile, guidare un auto, pagare il mutuo...

sono come la terra vista da qui, si svuota piano piano, rimane di me solo l'alone. di qualcosa che c'era e se n'è andata col tempo. alito di una storia. scrivo mantenendo le mie parole nella brocca delle mie labbra, non ne verso alcuna. sono tutte per te. dalla prima all'ultima, sono tutte tue, è straordinario, sono centinaia, lo sai, e le possiedi, te le regalo, riempi scatoloni interi e dividile per categoria, aggettivi pronomi sostantivi, poi rimescolale e dividile per ordine alfabetico, poi per lunghezza, poi per genere... puoi farne ciò che vuoi, anagrammale e costruisciti una casa, una vita, un riparo dal mondo. sono tue. e sai quanto mi costi parlare, scrivere, pronunciare. ma io ti regalo il torsolo di me: rivoltami, come un guanto sporco e già usato, che è così che mi sento. troppo vissuto. troppo vivere addosso. e se sto in silenzio, se non c'è scritto un cazzo in quel foglio che mai ti spedirò e che poi leggerai, è perché non posso dirti niente. poco a poco la tua assenza mi ha tappato la bocca - mi sembra più giusto così. più giusto per te. che se sentissi tutto questo, forse, verresti qui, con una telefonata, un messaggio senza voce. e siccome sono un inferno, mi ci sento, per me, per gli altri, allora rimango così, non dico. ergastolo di me stesso. 
ti salvo e mi condanno.
magari, nel foglio vuoto, tutte queste cose le leggerai.


ti scrivo in corsivo nel pensiero, che tanto la mia scrittura non la capisce mai nessuno - come ogni cosa di me. così pure se mi leggerai nel pensiero, a distanza, come ci riesci sempre, non capirai. 
ti scrivo che non ritorno, no, rimango qua, che a Marte si sta bene sai, tempeste escluse.



2 commenti:

  1. "alito di una storia. scrivo mantenendo le mie parole nella brocca delle mie labbra, non ne verso alcuna."
    La tua scrittura ha una potenza grafica eccezionale. se le parole fossero dipinti, se le lettere fossero forme...l'ho pensato molte volte nella mia testa, tu però, l'hai realizzato! :)

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  2. Ti capisco, soprattutto qui: "ti scrivo in corsivo nel pensiero, che tanto la mia scrittura non la capisce mai nessuno - come ogni cosa di me." (.)

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