Ballerine, Edgar Degas - 47


Rubi alla notte il suo tutù e lo fai danzare per gli spettatori, Berenice.

Le tue ballerine sono quelle blu, entrano sempre nel secondo atto. Si fanno attendere. 
E io aspetto qui, come un ubriaco addormentato.
Non calpestano il parquet, ma lo accarezzano con la punta dei piedi. Sono mille strade che nascono - ogni volta che le caviglie sfiorano il palco. Percorrerle, sarebbe meraviglioso.
Proprio come hai insegnato tu, danzano. Sembra di vederti in ogni sguardo, Berenice. Seguono direzioni già tracciate: le vedo cercare con la paura negli occhi ciò che hai deciso tu.

 Il collo piegato verso l'alto, le mani unite che aprono un varco nell'aria, 
                                                             giravolta
ancora avanti, quasi cadono dal palco, si spezzano forse le gambe
                                                            giravolta
sembrano cedere,                              
                                                            giravolta 
le cosce.

Ma nell'ultimo secondo rinasce la forza - fin dai polpacci, in ogni nastro che avvolge le caviglie, negli chignon.

Un salto per essere il cielo, Berenice.

E ora che si muovono come un unico braccio, sembrano essere te, le tue danzatrici blu, fanno quello che faresti tu, con la stessa grazia, tutte insieme - c'è bisogno di tredici ballerine per ottenere l'eleganza della tua muta voce - che si muove formando passi, Berenice. Piangi, lì dietro le quinte?

Sbrigati, Edgar, sbrigati a dipingere, non possiamo stare qui fino a domani, Edgar.

Ora, nascosto tra gli spettatori, disegno le tue ballerine che danzano, su questo vecchio giornale. La matita non è altro che un'altra loro gamba che segue la scia dei passi; copia i profili - colora i vuoti dei passi ripetuti, macchia le piroette. La vedo scivolare in tutti gli angoli del foglio e non trova pace. 

L'ultimo arabesque, e poi l'inchino. Metto a posto la matita come tu metti a posto i tutù. 
Ci siamo incontrati nelle tue forme.
Ci siamo amati, questa sera, su questo palco.

Rubi alla notte il suo tutù e lo fai danzare per gli spettatori, Berenice. 
Rubi il mio sguardo blu e lo fai danzare, come gli occhi di un Dio distratto.

3 commenti:

  1. mon dieu, che brutta chiusura. Forse perché Edgar doveva andare dietro le quinte, scusatelo.

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  2. Perdonato, visto che doveva andare ad asciugare le lacrime della sua Berenice :)

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  3. La delicatezza del leggero volo di un tutù, tra le tue parole. Pensieri che sfiorano il blu che gli occhi non vedono, ma l'anima sente.
    Emozione.

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