C’era un treno ed era imperdibile
Per il continuo ritardo
Per la precessione degli equinozi
Perché la vita degli altri
Sembrava andare
E la nostra invece
Come Cristallizzata
- un ormeggio.
Arrancare
Ti vedo
In un coacervo di gente
Che ti accompagna
Nella foschia di gennaio
Appari come dal nulla
- Un’interferenza.
Ti accolgo
Con un abbraccio muto
Mentre la carrozza
Corre già lontana
In cui hai dimenticato
L’identità in un documento
- ma non importa:
ti riconosco
dalle parole che dici
- salate
Come acqua di mare
Mi tengono a galla.
Basta un errore di forma
- Polvere sul foglio
E il treno diventa imprendibile
E finiamo per rimanere
per ore
In questo posto
Dove tutti partono
E noi
Finalmente capiamo:
impareremo a restare.
[illustrazione di Giordano Poloni]
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