c'è post per te - 79




Insomma di solito mi capitava che capivo che ero innamorato di qualcuna se prendevo a scrivere su di lei, poesie, racconti, pensieri, che ne so, succedeva senza che me ne accorgessi, ma anche una parola, c'era questa tipa in treno di cui mi sono innamorato in un solo viaggio, per lei  ho scritto lontana, perché lei lo era, da me, io ero nel primo vagone davanti e lei all'ultimo posto in fondo, girata anche di spalle, mi sono innamorato di un ciondolamento di capelli, di una ciocca fuori posto, e mi dicevo se mi sono innamorato e lei si è seduta nel mio stesso vagone allora è la donna della mia vita e quindi ora verrà a sedersi vicino a me, e infatti a un certo punto si è alzata, si sta sedendo vicino a me ho pensato, e l'ho pure detto ad alta voce ma per fortuna accanto avevo solo il controllore con le cuffiette che ascoltava probabilmente Lionel Richie, e lei avanzava nel corridoio mentre Roma si trascinava pesante scolando lungo i finestrini, ed è arrivata fino da me, è fatta ho pensato, che domanda mi farà, e invece no voleva parlare con il controllore perché la macchina obliteratrice in stazione si era rotta e lei non aveva obliterato, quindi ho pensato che mi sono illuso per un biglietto, non era mica un biglietto d'amore o di auguri, no, era un biglietto del treno, 2 miseri e sporchi euro, i soldi fanno l'infelicità allora, questo ho pensato mentre ritornava al suo posto con un foro nel biglietto lei e un foro nel cuore io;
mentre quella volta con quella ragazza di Vienna, che io non ci capivo un cazzo di quello che diceva ma lo diceva bene, cercava di parlare in italiano ma senza tempi verbali, tutto era così con lei, all'infinito, senza tempo io e lei, sospesi, come ci sentivamo noi, e le ho scritto: devi tornare, perché io qui sempre ti aspettare, come avrebbe detto lei, e pianse per questa frase, in realtà pianse più per quel aspettare - all'infinito - questo non me lo ha detto ma l'ho capito, però poi alla fine non è mai tornata perché hanno chiuso il villaggio vacanze vicino casa mia e quindi perché sarebbe dovuta ritornare?
E ho scritto frasi per ragazze in pullman in autobus a pranzo, il primo anno all'università c'era l'amica della mia amica e per lei ho scritto e, perché stava sempre in mezzo alle frasi, alle proposizioni, dappertutto, non potevo non pensarla, lei era ed era ovunque, tra i fogli, negli appunti, sui libri, nelle notti, nel palato, sotto la lingua, intorno. Solo che era solo e,  e e basta, senza continuazione, infatti tutto si è interrotto lì. Non l'ho più vista, così ora posso scrivere le congiunzioni, non ho problemi, ma in fondo penso sempre a lei, che c'era un periodo che volevo evitare di pensarla e allora scrivevo frasi staccate, parlavo come un robot vorrei un panino. una coca cola. una chewing gum. Ed era tremendo perché sembravo più psicolabile di prima, ma alla fine tutto si è risolto come in ogni fine di un amore.
Con un Fanculo.
E ho scritto anche senza scrivere, senza gesti così solo nella testa magari, solo che con te è stato diverso - o forse la stessa cosa: ho scritto su di te, ma nel senso, proprio inchiostro sulla pelle, quella volta che ti sei addormentata tra i libri sul letto invece di studiare, con Schopenauer in mezzo ai cuscini, era domenica e mi è venuta in mente questa frase su noi due, e non avevo niente su cui appuntarla e così ho preso a tirare le unghie sulle tue costole, a scrivere una frase, ma siccome era troppo lunga allora ho raggomitolato le parole, e però il segno subito è scomparso, il segno delle unghie, così ho preso i pennelli e l'inchiostro che avevamo usato per dipingere dei simboli sulle pareti (ora scomparsi) e ho ricalcato il livido delle mie parole, ma siccome respiravi allora è stato come calcare segni per terra durante un terremoto mentre tutto frana, quindi alla fine non si capiva più niente ma non è stato male perché così le parole si erano mischiate, erano tutto e nulla insieme, erano noi come quando dopo che spacchi il guscio mescoli albume e tuorlo, che tu lo sai che prima dentro l'uovo queste due cose stanno divise, invece dopo li sbatti e non puoi separarli più, stanno così vicini che non puoi tornare indietro, così le parole per te stavano una dentro l'altra, addosso, ed è andata a finire che noi siamo uno scarabocchio, tutte le parole, un dizionario centrifugato insieme.
(ioete)

3 commenti:

  1. poi penso che lui fosse un poi. sai perché? perché non era possibile che indovinasse tutti i miei desideri, senza che io non avessi il tempo di pensarli. poi li realizzava. poi.

    credo che qualsiasi ragazza vorrebbe trovarsi tra le tue parole :)

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